Ellen Hidding: «Farsi portavoce delle cause sociali è un dovere»

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Intervista alla testimonial di Fondazione “Mission Bambini” Ellen Hidding, ospite speciale di Reinventing, il più grande evento dedicato all’innovazione nel mondo non profit promosso da Atlantis Company e in programma a Milano il 10 e 11 ottobre.

«Penso che tutti i personaggi pubblici abbiano in qualche modo il “dovere” di farsi portavoce di una causa sociale. Abbiamo il privilegio di essere conosciuti dalla gente: questo ci permette di far arrivare al grande pubblico anche messaggi importanti». La celebre conduttrice televisiva Ellen Hidding, nota al grande pubblico per la sua partecipazione alla trasmissione Mediaset “Mai dire gol” insieme alla Gialappa’s Band, riassume così uno degli aspetti meno conosciuti della sua poliedrica personalità: una grandissima (e molto concreta) sensibilità per il Terzo Settore.

Ellen Hidding è, infatti, attiva testimonial di “Mission Bambini”, fondazione che da quasi venti anni si prende cura dei bambini poveri, malati, senza istruzione o che hanno subito violenze fisiche e morali attraverso progetti di assistenza sanitaria, educazione ed emergenza in Italia e nel mondo. «Mi sono subito sentita parte della famiglia», racconta Ellen, descrivendo il suo incontro con la Fondazione come un vero e proprio «amore a prima vista».

Ospite speciale di Reinventing – il più grande evento dedicato all’innovazione nel mondo non profit promosso da Atlantis Company e in programma a Milano il 10 e 11 ottobre – in occasione dell’iniziativa racconterà, insieme al direttore generale di Fondazione Mission Bambini Sara Modena, la propria esperienza di sostegno al Terzo Settore e offrirà consigli utili per l’ottimizzazione del rapporto tra personaggi pubblici e organizzazioni non profit.

Ellen Hidding, da dove nasce la tua grande sensibilità per il sociale?

«Penso che tutti i personaggi pubblici abbiano in qualche modo il “dovere” di farsi portavoce di una causa sociale. Abbiamo il privilegio di essere conosciuti dalla gente e questo ci permette di far arrivare al grande pubblico anche messaggi importanti: messaggi di solidarietà verso chi ha bisogno e, ancora prima, di considerazione e rispetto verso chi per vari motivi vive situazioni difficili».

Come hai incontrato Mission Bambini e perché hai deciso di sostenere i progetti della Fondazione in sostegno della prima infanzia in difficoltà?

«Ho subito capito che Mission Bambini lavora con il cuore: è stato amore a prima vista! Mi è piaciuto il fatto che prima di coinvolgermi attivamente nelle loro iniziative mi abbiano invitata a visitare la loro sede. Lì ho potuto conoscere le persone di Mission Bambini, in primis il presidente Goffredo Modena, e mi sono subito sentita parte della famiglia. Poi mi è piaciuta tantissimo la proposta di aiutare persone vicino a me, vicino a noi, che vivono nel nostro Paese. All’estero c’è tanto bisogno, lo sappiamo. Ma non pensiamo mai che anche il nostro vicino ha bisogno. Così ho deciso di aderire alla proposta di aiutare Mission Bambini a promuovere il Banco per l’infanzia: una raccolta di prodotti per i bambini in difficoltà che vivono in Italia organizzata ogni anno dalla Fondazione. Dalla prima edizione del Banco, nel 2013, il mio impegno con Mission Bambini è cresciuto e ora sono madrina di tutte le iniziative promosse dalla Fondazione per l’infanzia in difficoltà in Italia».

Hai un ricordo particolare legato alla tua esperienza di testimonial per Fondazione Mission Bambini?

«Il ricordo più bello è quello del viaggio lungo la penisola fatto con Mission Bambini per visitare alcuni asili sostenuti dalla Fondazione a Milano, Novara, Roma e Napoli. Città e contesti molto diversi tra loro, ma dove ho sempre trovato conferma di una cosa molto importante: indipendentemente dalla nazionalità e dall’estrazione sociale, i bambini si sentono tutti uguali e amano “a prescindere”. Un bel messaggio, credo, per tutti. Un’altra cosa che mi ha colpita di questo viaggio è stata la possibilità di incontrare le mamme, di parlare con loro. Ricordo una mamma di Scampia: la sua infanzia, mi ha raccontato, non era stata per niente bella, segnata da tanti sbagli e tanta sofferenza. Per il figlio immagina un’infanzia e un futuro migliori: era grata alla Fondazione per l’opportunità data al bambino di frequentare il nido».

La plenaria di Reinventing che vedrà protagonista Ellen Hidding si svilupperà intorno al titolo “Come l’impegno di un testimonial genera valore aggiunto per una causa sociale. Mission Bambini ed Ellen Hidding: insieme per l’infanzia in difficoltà”.

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